BREVE RIASSUNTO

  • Il ginseng ha una lunga storia di uso medicinale, incluso in Cina, dove veniva usato per curare la malattia di Xiaoke, oggi nota come diabete, durante la dinastia Song, intorno al 1078 d.C.
  • Le proprietà antidiabetiche del ginseng comprendono la regolazione della secrezione di insulina e dell'assorbimento del glucosio, oltre alla protezione dallo stress ossidativo e alle proprietà antinfiammatorie.
  • Il ginseng americano ha ridotto significativamente i livelli di HbA1c, la glicemia a digiuno e la pressione arteriosa sistolica negli adulti con diabete di tipo 2.
  • Il ginseng regola anche l'espressione dei trasportatori di glucosio, migliorando l'assorbimento dello stesso, sopprimendo lo stress ossidativo e modulando l'infiammazione per aiutare a prevenire lo sviluppo dell'insulino-resistenza.
  • Anche se le erbe possono fornire una cura di supporto, le modifiche all'alimentazione e allo stile di vita sono essenziali per la gestione del diabete di tipo 2 e possono persino portare all'inversione della condizione.

Del Dott. Mercola

Il diabeteè diventato una "sfida formidabile per la salute pubblica", con 463 milioni di adulti affetti da diabete di tipo 2 in tutto il mondo. Si prevede che questo numero salirà a 700 milioni entro il 2045, senza contare molti altri che presentano il prediabete, che aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

Se non affrontato, il diabete può portare a gravi complicazioni che possono danneggiare gli occhi, i reni e i nervi, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiache, ictus e amputazioni degli arti. La sedentarietà e una cattiva alimentazione stanno incrementando il problema del diabete, facendo sì che le persone sviluppino la patologia in giovane età.

Le diete a base di cibi ultraprocessati e fast food sono la radice del problema, essendo ricchi di oli di semi, noti in modo fuorviante come "oli vegetali", che contengono il tossico acido linoleico omega-6 ossidato (LA) che accelera la disfunzione metabolica. Le modifiche all'alimentazione e allo stile di vita sono essenziali per la gestione del diabete di tipo 2 e possono persino portare all'inversione della condizione.

La medicina convenzionale, però, si concentra sul trattamento farmacologico del diabete, che non fornisce alcuna cura e può persino causare tossicità. Invece, la medicina tradizionale a base di erbe, in particolare il ginseng, rappresenta una valida alternativa, che fornisce potenti effetti antidiabetici.

Il ginseng contiene centinaia di ginsenosidi benefici

Il ginseng ha una lunga storia di uso medicinale, incluso in Cina, dove veniva usato per curare la malattia di Xiaoke, oggi nota come diabete, durante la dinastia Song, intorno al 1078 d.C. Sia il ginseng asiatico (Panax ginseng) che quello americano (Panax quinquefolius L.) hanno promettenti effetti antidiabetici e contengono composti benefici per la salute come saponine, polisaccaridi, poliacetileni, fenoli e alcaloidi.

Nelle piante di ginseng sono stati trovati circa 200 ginsenosidi, noti anche come saponine o triterpenoidi, che si ritiene siano responsabili di alcune delle proprietà antidiabetiche dell'erba. Queste comprendono la regolazione della secrezione di insulina e dell'assorbimento del glucosio, oltre alla protezione dallo stress ossidativo e alle proprietà antinfiammatorie.

Le bacche di ginseng, che contengono ancora più ginsenosidi della radice di ginseng, possono essere particolarmente benefiche. In uno studio condotto su topi diabetici, quelli trattati con 150 milligrammi (mg) per chilogrammo (kg) di peso corporeo di estratto di bacche di ginseng per 12 giorni hanno registrato una significativa riduzione della glicemia a digiuno.

La stessa dose di estratto di radice di ginseng non ha portato alle stesse riduzioni entro il 12° giorno, suggerendo ai ricercatori che "l'estratto di bacche di ginseng ha mostrato effetti anti-iperglicemici più potenti rispetto all'estratto di radice di ginseng somministrato alle stesse concentrazioni".

In uno studio condotto su esseri umani affetti da prediabete, l'estratto di bacche di ginseng non ha tuttavia mostrato effetti anti-iperglicemici, il che, secondo i ricercatori, potrebbe significare che il composto funziona meglio contro il diabete di tipo 2, non contro il prediabete.

Gli effetti antidiabetici del ginseng possono supportare la cura al diabete di tipo 2

In una revisione sugli effetti antidiabetici del ginseng pubblicata sulla rivista Molecules, i ricercatori neozelandesi hanno raccolto prove sugli effetti antidiabetici degli estratti di ginseng e dei ginsenosidi.

Tra gli studi esaminati vi è una meta-analisi di 16 studi clinici randomizzati e controllati che ha rilevato come il ginseng abbia ridotto significativamente la glicemia a digiuno rispetto al gruppo di controllo, mentre un'altra meta-analisi di otto studi ha rilevato che l'integrazione di ginseng ha portato a una maggiore riduzione della glicemia a digiuno e dell'insulina postprandiale rispetto al gruppo di controllo.

Anche un prodotto noto come ginsam (un ginsenoside arricchito) ha portato benefici in uno studio condotto su 36 pazienti con diabete. Rispetto al gruppo placebo, i soggetti che hanno assunto il ginsam hanno ridotto significativamente i livelli di HbA1c e la glicemia a digiuno. Anche il ginseng rosso fermentato ha mostrato benefici, aumentando significativamente l'insulina postprandiale nei pazienti con diabete di tipo 2 dopo quattro settimane. Inoltre, ha ridotto il glucosio postprandiale del 17,2% rispetto ai valori di base.

Anche gli esperimenti con il ginseng americano sono risultati promettenti. Tra 24 adulti con diabete di tipo 2 ben controllato, coloro che hanno ricevuto 3 grammi al giorno di estratto di ginseng americano per otto settimane, insieme al trattamento abituale, hanno ridotto significativamente i livelli di HbA1c, la glicemia a digiuno e la pressione arteriosa sistolica rispetto a coloro che hanno ricevuto un placebo, e non sono stati riscontrati effetti negativi sulla funzione epatica o renale.

Nel complesso, i ricercatori hanno concluso che il ginseng sembra essere una potente opzione naturale per il diabete di tipo 2, sebbene siano necessari studi più ampi e più lunghi:

"Questi studi suggeriscono che l'estratto di ginseng americano è efficace e sicuro come trattamento aggiuntivo nella gestione del diabete di tipo 2 ... Insieme, questi studi sull'uomo dimostrano che sia il ginseng asiatico che quello americano riducono effettivamente il glucosio nel sangue nei diabetici di tipo 2".
Allo stesso tempo, va sottolineato che questa efficacia è stata osservata in diversi ginsenosidi limitati (6-7 ginsenosidi analizzati), in campioni di piccole dimensioni (23-94 soggetti) e in studi a breve termine (4-12 settimane). Sono necessari studi clinici su scala più ampia per comprendere a pieno i benefici a lungo termine di questo integratore a base di erbe nella gestione del diabete di tipo 2".

In che modo il ginseng può combattere il diabete

Il ginseng ha molteplici meccanismi che influenzano il diabete, tra cui la modulazione dei livelli di glucosio nel sangue migliorando la funzione delle cellule beta pancreatiche, che producono, immagazzinano e rilasciano insulina. Inoltre, migliora la sensibilità all'insulina, mentre l'estratto di bacche di ginseng aumenta la proliferazione delle cellule beta e la secrezione di insulina, migliorando il controllo glicemico.

Il ginseng regola anche l'espressione dei trasportatori di glucosio, migliorando l'assorbimento dello stesso, sopprimendo lo stress ossidativo e modulando l'infiammazione per aiutare a prevenire lo sviluppo dell'insulino-resistenza. Alcuni studi contrastanti, tuttavia, suggeriscono che la dimensione dei ginsenosidi possa fare la differenza nei loro effetti antidiabetici.

In particolare, i ginsenosidi Rb1, Re o Rg1 sono tra i più studiati, ma a causa della loro grande struttura molecolare, hanno una scarsa biodisponibilità. Infatti, i ginsenosidi a molecola più piccola Rg3 e Rh1 potrebbero essere quelli che forniscono i maggiori effetti terapeutici. Il processo di fermentazione produce piccoli ginsenosidi, il che spiega perché il ginseng fermentato abbia maggiore biodisponibilità, compreso l'assorbimento e la bioattività. Secondo i ricercatori neozelandesi:

"Sembra che i ginsenosidi a molecola grande (Rb1, Rc, Re) possano rappresentare una forma di stoccaggio delle saponine nelle piante di ginseng piuttosto che la forma attiva in vivo. I relativi ginsenosidi a molecola più piccola (Rg3 e Rh1) potrebbero infatti essere quelli che forniscono i maggiori effetti terapeutici.

A cos'altro è utile il ginseng?

I ginsenosidi del ginseng dispongono di un'ampia gamma di attività fisiologiche, tra cui effetti sul sistema nervoso, sul sistema cardiovascolare e sul sistema immunitario. I polisaccaridi del ginseng presentano anche molteplici attività biologiche e possono contribuire a regolare il sistema immunitario, fornendo al contempo effetti antitumorali, antidepressivi e antiossidativi.

Il ginseng può essere utile per i disturbi neurologici legati all'età, tra cui il morbo di Alzheimer, e protegge anche dai danni cutanei indotti dalle radiazioni e ha anche un potenziale effetto anti-obesità. Come molte erbe, il ginseng può agire come tonico per la salute generale, con effetti antimicrobici, antitumorali e neuroprotettivi. Un'altra recensione, incentrata sul ginseng americano (AG), ne ha sottolineato il suo potenziale sulla salute, affermando:

"L'AG presenta un elevato potenziale per indurre effetti benefici sulla salute negli esseri umani e andrebbe esplorato ulteriormente per formulare raccomandazioni nutrizionali precise, oltre che per valutare il suo valore nella prevenzione e nella terapia di alcuni disturbi, tra cui il cancro."

Insieme, i numerosi principi attivi complessi del ginseng possono avere i seguenti effetti:

Anti-tumorale

Anti-aging

Anti-ischemica

Immunomodulante

Regolazione del sistema nervoso centrale

Inibizione da danno epatico

Miglioramento della lesione ischemica miocardica

Anti-leucemico

Regolazione della crescita e del metabolismo

Batteriostasi

Il diabete può essere reversibile con la giusta strategia

Il ginseng dovrebbe essere solo una parte di un piano completo a sostegno della salute, in particolare se hai a che fare con un disturbo complesso come il diabete. Il diabete di tipo 2 è una condizione gestibile e spesso reversibile, a patto di apportare cambiamenti positivi allo stile di vita e seguire cure e consigli medici adeguati.

Attualmente, negli Stati Uniti i costi per la cura del diabete superano i 230 miliardi di dollari l'anno, ma il tasso di mortalità per diabete è del 42% più alto rispetto a quello di altri 10 Paesi industrializzati, a riprova della triste situazione in cui versa la cura del diabete. Il digiuno intermittente dovrebbe essere una parte essenziale del trattamento del diabete, ma è un argomento di cui si parla raramente negli ambienti medici convenzionali.

Il digiuno intermittente è un metodo semplice e potente che riproduce le abitudini alimentari dei nostri antenati e riporta l'organismo a uno stato più naturale, consentendo di ottenere una serie di benefici metabolici. Il digiuno intermittente consiste nel limitare la finestra alimentare a sei-otto ore al giorno, invece delle oltre 12 ore seguite dalla maggior parte dei consumatori.

Il digiuno intermittente promuove la sensibilità all'insulina e migliora la gestione dello zucchero nel sangue, aumentando i tassi di assorbimento del glucosio mediato dall'insulina, fondamentale per curare il diabete di tipo 2. In un altro studio, quando 15 uomini a rischio di diabete di tipo 2 hanno limitato il loro consumo di cibo a una finestra di nove ore, hanno abbassato il loro glucosio medio a digiuno, indipendentemente dal momento in cui iniziava la loro "finestra alimentare".

Inoltre, come già accennato, non c'è praticamente nulla di più distruttivo per l'organismo dell'acido linoleico contenuto negli oli di semi nel generare malattie croniche come il diabete. L'acido linoleico si trova nella maggior parte degli alimenti trasformati, tra cui i cibi del ristorante, salse e condimenti per insalata, insieme ad alimenti "sani" come pollo, maiale e olio d'oliva. Oltre a seguire il digiuno intermittente, ridurre l'acido linoleico è essenziale per la prevenzione e la gestione del diabete.

In teoria, l'ideale sarebbe ridurre l'acido linoleico a 2 o 3 grammi al giorno, che si avvicina alla quantità che assumevano i nostri antenati prima che si diffondessero tutte queste condizioni croniche di salute, tra cui obesità, diabete, malattie cardiache e cancro.

Se non sai quanto ne assumi, registra i tuoi pasti su Cronometer, un tracker nutrizionale online gratuito, che ti fornirà il tuo consumo totale di acido linoleico. Il segreto per registrare bene le quantità è pesare il cibo con una bilancia da cucina digitale in modo da poter inserire il peso degli alimenti più corretto.

Cronometer ti dirà quanti grassi omega-6 stai assumendo dal tuo cibo fino al decimo di grammo. Da qui, puoi presumere che il 90% di questo è acido linoleico. Se si superano i 10 grammi è probabile che sorgano dei problemi, quindi è meglio evitare alimenti con alto contenuto di acido linoleico. Quindi, è bene eliminare i seguenti oli:

Soia

Mais

Colza

Cartamo

Girasole

Arachidi

Altre fonti principali di acido linoleico includono patatine fritte imbustate con olio vegetale, condimenti per insalata commerciali, praticamente tutti gli alimenti trasformati e qualsiasi fast food fritto, come le patatine. Ricorda che un'alimentazione mirata che utilizza erbe benefiche come il ginseng può essere di grande supporto per una salute ottimale, ma dovrai anche apportare miglioramenti alla dieta e allo stile di vita, che sono alla base del problema.