📝BREVE RIASSUNTO
- I test di laboratorio hanno dimostrato come il miele di Manuka sia un potente inibitore dei batteri che si sviluppano sui dispositivi medici come i cateteri, di cui 100 milioni vengono venduti ogni anno in tutto il mondo.
- Fino al 90% delle infezioni del tratto urinario (UTI) sono causate dal batterio Escherichia coli (E. coli), ma anche altre infezioni espongono i pazienti a problemi di salute potenzialmente letali.
- Il miele di Manuka ha dimostrato di essere efficace contro l'E. coli, anche se diluito al 3,3%. A differenza di altri composti “terapeutici” prescritti dai medici, i batteri non hanno ancora sviluppato una resistenza al miele di Manuka.
🩺Del Dott. Mercola
Se hai già sentito parlare del miele di Manuka (nome scientifico Leptospermum scoparium), forse sai che è utilizzato da millenni come rimedio contro infiammazioni e infezioni batteriche.
Uno studio dell'Università di Southampton nel Regno Unito ha dimostrato che il miele proveniente dall'Australia potrebbe essere utile per ridurre il rischio di infezioni e aiutare a prevenire lo sviluppo di colonie batteriche patogene, note come biofilm, su cateteri e altri dispositivi medici.
In genere, i cateteri vengono utilizzati per monitorare la quantità di urina emessa dal paziente oppure per drenarla. Secondo il Journal of Pathology:
“I dispositivi medici permanenti ospitano biofilm che hanno dimostrato di causare infezioni e di fungere da serbatoi per gli agenti patogeni. I cateteri urinari vengono spesso tenuti in posizione per periodi di tempo considerevoli e sono soggetti sia a incrostazioni che alla formazione di biofilm.
Le strategie per ridurre al minimo la comparsa di biofilm sono alla base di un'area di ricerca attiva in ambito biomedico. Il miele di Manuka ha, (tra le altre cose), proprietà antibatteriche ben note.
Lo studio ha comportato l'inserimento del miele di Manuka in colture batteriche tra cui Escherichia coli (E. coli), che causa fino al 90% delle infezioni del tratto urinario (UTI), e Proteus mirabilis, batteri che in determinate condizioni possono fuoriuscire dall'intestino e causare un'infezione del tratto urinario, per osservare l'effetto del miele sullo sviluppo del biofilm. Secondo quanto riportato dal Medical News Today:
Il team ha scoperto che dopo 72 ore, la diluizione più alta del miele (16,7%) aveva ridotto l'appiccicosità dei batteri del 77%, mentre tutte le altre diluizioni arrivavano al 70% in quel punto.
In termini di crescita del biofilm, i ricercatori hanno scoperto che tutte le concentrazioni di miele di Manuka avevano una crescita ridotta dopo [quattro] ore; la concentrazione più alta ha ridotto la crescita del 38% dopo [quattro] ore, percentuale che aumenta al 46% dopo 24 ore."
Il miele di Manuka nel mondo reale
Una parte del protocollo dello studio prevede la diluizione del miele di Manuka a diverse concentrazioni e il test su diversi batteri. Anche al livello più debole, pari al 3,3%, è stato in grado di rallentare lo sviluppo del biofilm e impedire ai batteri di raggrupparsi.
I ricercatori hanno concluso che in tutti i casi il miele "ha inibito in modo significativo l'adesione dei batteri", almeno nei test di laboratorio.
Nella vita reale, i biofilm possono trasformarsi in focolai di infezioni che fanno impallidire il problema medico iniziale. Ogni anno nel mondo vengono venduti circa 100 milioni di cateteri, che rappresentano quindi una naturale fonte di infezioni delle vie urinarie e di altro tipo.
Tuttavia, prima di consigliare l'uso del miele sui cateteri in contesti ospedalieri reali i ricercatori credono sia necessario condurre ulteriori test ma come osservato un articolo del Time:
“La resistenza agli antibiotici è un problema grave in tutto il mondo. I batteri possono sviluppare naturalmente una resistenza ai farmaci che vengono utilizzati per curarli, in più l'uso diffuso di antibiotici in medicina e agricoltura nel corso degli anni ha contribuito al problema".
Si dice che fare sempre la stessa cosa e aspettarsi un risultato diverso sia la definizione di follia, eppure i medici continuano ad applicare e prescrivere gli stessi metodi e farmaci inefficaci ai loro pazienti affetti da infezioni delle vie urinarie e altri problemi di salute, peggiorando spesso le loro malattie, il dolore e la sofferenza. E per tutto il tempo avevano il miele proprio sotto il naso.
La mancanza di ricerche in merito, non riduce l'efficacia del miele di Manuka
Per quanto impressionanti possano sembrare gli studi clinici sul miele di Manuka, alcune entità mediche sostengono che non vi siano prove della sua utilità in ambito medico, in quanto non è stato "dimostrato" nei contesti appropriati.
Di fronte al clamoroso successo della sperimentazione, i ricercatori di Southampton poterono solo affermare che il miele era prezioso quanto qualsiasi altra sostanza che avessero mai esaminato. Infatti, a differenza di altri composti da loro analizzati (che, tra l'altro, sono ancora in uso), i batteri non hanno ancora sviluppato una resistenza al miele di Manuka.
Secondo quanto concluso dallo studio "in effetti, nessun farmaco o medicamento riceve un'approvazione univoca, il che suggerisce che il campo sia poco studiato o difficile da affrontare". Attraverso uno studio simile a Cardiff, nel Regno Unito. alla fine del 2011 si è scoperto che i risultati erano molto simili. Secondo quanto riferito dalla Microbiology Society:
"Il miele di Manuka ha un'azione antimicrobica ad ampio spettro e il suo utilizzo in ambito clinico sta iniziando a essere accettato, data la continua comparsa di resistenza agli antibiotici e l'inadeguatezza delle terapie sistemiche consolidate; nuovi inibitori potrebbero influenzare la pratica clinica."6
La miscelazione di miele di Manuka e batteri di Streptococcus pyogenes ha prodotto "una significativa morte cellulare e la dissociazione delle cellule dal biofilm". Lo studio ha offerto un'ulteriore prova dei vantaggi di questo miele per l'applicazione topica sulle ferite. Secondo Oxford Journals:
“A partire dalla fine degli anni '80, è stata segnalata in tutto il mondo una recrudescenza di gravi infezioni invasive dovute allo Streptococcus pyogenes (noto anche come streptococco di gruppo A).
Le due manifestazioni invasive più gravi sono la sindrome da shock tossico streptococcico (STSS) e la fascite necrotizzante, entrambe associate a elevata morbilità e mortalità.
Il potenziale del miele per le difese naturali e la cura delle malattie potrebbe rappresentare una soluzione semplice a cui il mondo medico, così come chiunque voglia applicare trattamenti naturali in casa, dovrebbe prestare attenzione.
Miele: antisettico naturale, antibiotico e antinfiammatorio
Il nettare dei fiori utilizzato come alimento, noto anche come miele, viene concentrato tramite disidratazione all'interno degli alveari e "ha una composizione chimica molto complessa che varia a seconda della fonte botanica", come afferma uno studio.
“È stato dimostrato che il miele ha un effetto inibitorio su circa 60 specie di batteri, alcune specie di funghi e virus.
La capacità antiossidante del miele, importante per contrastare molte patologie, è dovuta a un'ampia gamma di composti, tra cui fenoli, peptidi, acidi organici, enzimi e prodotti della reazione di Maillard.
Il miele è stato utilizzato anche per alcuni stati gastrointestinali, cardiovascolari, infiammatori e neoplastici.”
A seconda dell'origine e a condizione che siano conformi agli standard normativi del Regno Unito, della Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti e altrove, attualmente è disponibile un'ampia gamma di prodotti a base di miele di "grado medico".
Tuttavia, nella sperimentazione di Southampton e, da allora, in test di simile portata, è stato utilizzato solo il miele di Manuka. Questo miele più scuro del normale viene raccolto appositamente da api che si sono nutrite dall'albero di Manuka, diffuso principalmente in Nuova Zelanda. Il dott. Bashir Lwaleed, membro del team di Southampton, ha osservato che il suo è stato il primo team a proporre l'uso del miele di Manuka per ridurre il rischio di infezioni e aiutare a prevenire la formazione di biofilm sui cateteri.
Tuttavia, alcuni scienziati ed esperti nella cura delle ferite attendono prove più concrete. Secondo quanto dichiarato dall'esperta di cura delle ferite, Dame Nicky Cullum, PhD a BBC Health, dopo aver esaminato le prove: "Le persone apprezzano i prodotti naturali, ma non sempre sono più efficaci". Come riportato da BBC Health:
"Questo lavoro da Southampton è ancora in una fase iniziale, quindi non dobbiamo entusiasmarci troppo. Ma è una strada interessante che vale la pena perseguire... Ovviamente, avremmo bisogno di ulteriori studi per verificare che non irriti la vescica o causi altri problemi."
Il miele aiuta
Probabilmente hai già saputo che il miele è molto efficace contro il mal di gola e la tosse. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), forma una pellicola protettiva sulla zona interessata, alleviando l'infiammazione e l'irritazione e diventando così un vero e proprio emolliente. È stato dimostrato che è utile anche contro l'herpes genitale e il cancro.
Da migliaia di anni ustioni, tagli e punture di insetti di ogni genere vengono curati con successo con il miele grezzo. Prima dell'avvento della penicillina, questa era un rimedio di riferimento per la guarigione delle ferite; la medicina moderna ne ha scoperto altri utilizzi.
US News ha raccontato la storia di una donna con un morso di ragno che ha lasciato un cratere sull'alluce, per il quale i medici convenzionali avevano ipotizzato innesti di pelle e la possibilità di perdere il piede. Invece, si orientò verso il medico che voleva curare la ferita con bende imbevute di miele. Nel giro di circa cinque settimane la ferita era scomparsa. Il rapporto aggiungeva:
“L’uso del miele per curare le ferite non è certo un’idea nuova. Gli antropologi hanno trovato prove che dimostrano che gli antichi Egizi utilizzavano questo approccio già 5.000 anni fa. Intorno al 350 a.C. Aristotele scrisse dell'uso di questa sostanza dolce come unguento per le ferite. Questa pratica è sopravvissuta fino ai giorni nostri in alcune aree tribali dell'Africa. Eppure la maggior parte dei 2 milioni di americani affetti da ulcere croniche ai piedi probabilmente non è a conoscenza del potere curativo del miele".
Oggi, il miele antibatterico di Manuka è l'unico tipo di miele approvato per l'uso come dispositivo medico.
Miele grezzo: una super-sostanza antimicotica, antibatterica e antimicrobica
Anche se, a quanto si dice, il miele grezzo, semplice e non filtrato non è altrettanto potente, anch'esso ha i suoi benefici. Infatti, il miele grezzo è antimicrobico. Favorisce la crescita di batteri sani nel tratto digerente, combattendo al contempo i batteri nocivi, come quelli coinvolti nella sinusite cronica.
Il miele puro favorisce inoltre la guarigione delle ferite topiche come ulcere e scottature solari, aiuta a combattere virus come l'herpes e favorisce anche la salute del cuore abbassando i livelli di omocisteina e aiutando a controllare le allergie.
Uno studio ne ha elencato l'efficacia contro la Pseudomonas aeruginosa, che tra il 1960 circa e l'inizio degli anni '80 era un agente patogeno difficile da abbattere, che provocava infezioni "tra pazienti con ustioni, fibrosi cistica, leucemia acuta, trapianti di organi e tossicodipendenza per via endovenosa".
Il miele contiene degli ingredienti sorprendenti. Gli scienziati stanno appena iniziando a chiarirne alcuni. Uno studio spiega che il potere curativo del miele deriva dalla sua attività antibatterica e dalla sua abilità di mantenere umida la ferita durante la guarigione e la riparazione dei tessuti.
Inoltre, l'azione antimicrobica (nella maggior parte dei mieli) è dovuta alla produzione enzimatica di perossido di idrogeno. Il miele di Manuka può essere definito miele non perossidico perché la sua azione antibatterica persiste anche se l'azione del perossido di idrogeno viene bloccata.
Parte di queste azioni potrebbero essere dovute agli alti livelli di zucchero e ai bassi livelli di pH che ostacolano la crescita dei microbi. Lo studio aggiunge che il miele di Manuka "ha dimostrato di avere un effetto inibitorio su circa 60 specie di batteri, tra cui aerobi e anaerobi, gram-positivi e gram-negativi".
Non tutto il miele è (prodotto) allo stesso modo
Secondo quanto emerge dallo stesso studio:
"I mieli di grado medico hanno sviluppato una potente attività battericida in vitro contro i batteri resistenti agli antibiotici, responsabili di numerose infezioni potenzialmente letali per l'uomo. Tuttavia, esiste una grande variabilità nell'attività antimicrobica di alcuni mieli naturali, dovuta alla variazione spaziale e temporale delle fonti di nettare".
Fate attenzione quando acquistate il miele perché non tutto quello in commercio è puro, grezzo e non filtrato e possiede queste proprietà. Infatti, il miele altamente lavorato viene alterato a tal punto che i composti curativi potrebbero non essere più presenti. Gran parte di questa tipologia proviene dalla Cina e non contiene neppure particelle di polline.
Un'ultima nota: in una revisione intitolata "Un confronto tra miele di grado medico e miele da tavola in relazione all'efficacia antimicrobica", WoundResearch.com conclude che "sia i pazienti sia i medici dovrebbero comprendere i limiti dell'automedicazione con mieli da supermercato e i vantaggi dei prodotti brevettati per la cura delle ferite".
🔍Fonte e riferimenti
- Journal of Clinical Pathology September 26, 2016
- Sultan Qaboos Univ Med J. 2013 August;13(3):359-367
- HubPages, “Urinary Tract Infections (UTIs) and Proteus Mirabilis Bacteria”
- Medical News Today September 27, 2016
- Time September 26, 2016
- Microbiology Society March 1, 2012
- Int J Low Extrem Wounds. 2006 March;5(1):40-54
- Clin Infect Dis. 2010;51(1):58-65
- Iran J Basic Sci. 2013 June;16(6):731-42
- BBC Health September 27, 2016
- Time October 4, 2014
- Medical Science Monitor 10(8):MT94-98; August 2004
- U.S. News October 7, 2008
- The Joanna Briggs Institute April 14, 2011
- Otolaryngol Head Neck Surg. 2009 July:141(1):114-8
- Asian Pac J Trop Biomed. 2011 April;1(2):154-160
- Wound Research February 12, 2009