📝BREVE RIASSUNTO
- I grassi Omega-3 come EPA e DHA offrono benefici per il cuore, ma un consumo eccessivo, soprattutto attraverso gli integratori, aumenta il rischio di fibrillazione atriale (AFib), un disturbo del ritmo cardiaco.
- Dosi elevate di omega-3, in particolare provenienti da integratori, possono alterare la funzionalità delle cellule cardiache e la segnalazione elettrica, innescando la fibrillazione atriale. Tuttavia, basse dosi provenienti da fonti alimentari sono generalmente sicure.
- Omega-3 naturali sotto forma di fosfolipidi (presenti nell'olio di krill e nel pesce grasso pescato in natura) vengono assorbiti più facilmente dei trigliceridi sintetici che si trovano in molti integratori a base di olio di pesce. Integratori di omega-3 rancidi potrebbero essere dannosi a causa dell'ossidazione.
- Studi scientifici suggeriscono che un'assunzione giornaliera di omega-3 superiore a 1 grammo, in particolare tramite integratori, può aumentare il rischio di fibrillazione atriale, soprattutto nei soggetti con patologie cardiache preesistenti. Dosi più basse e fonti alimentari integrali sembrano più sicure.
- Meglio dare priorità agli omega-3 provenienti da pesci grassi come il salmone selvatico dell'Alaska, le sardine, le acciughe, gli sgombri e le aringhe. Se assumi integratori, scegli olio di krill o olio di pesce di alta qualità a basso dosaggio e consulta un medico, soprattutto se hai problemi di salute o assumi farmaci.
🩺Del Dott. Mercola
Gli acidi grassi Omega-3 rappresentano un tipo di grasso ampiamente riconosciuto per i suoi benefici per la salute, in particolare per il cuore. Numerosi studi suggeriscono che aiutano a ridurre l'infiammazione, a potenziare le funzioni cerebrali e a proteggere dai problemi cardiovascolari. Tuttavia, come per molti elementi nutrizionali, i dettagli sono importanti. Non basta solo assumere omega-3, ma bisogna fare attenzione alla quantità, al tipo e alla qualità di quello che si sceglie.
Forse avrai sentito dire che un'assunzione eccessiva di omega-3, soprattutto con alcuni integratori, potrebbe avere un impatto negativo sulla salute del cuore e contribuire a una patologia chiamata fibrillazione atriale (FA). Questo articolo esplora le complessità degli omega-3, esaminandone gli effetti, sia positivi che negativi, sul cuore.
Affronta inoltre due questioni spesso trascurate: la prevalenza di forme meno naturali di omega-3 sul mercato e il rischio di irrancidimento, processo che può trasformare una sostanza benefica in una dannosa. Verranno inoltre esaminate le recenti ricerche che analizzano la correlazione tra due importanti omega-3, EPA e DHA, e la fibrillazione atriale, nonché il loro impatto più ampio sulla salute.
La relazione tra omega-3 e la salute del cuore è basata su un gioco di equilibri. Troppo poco può essere dannoso, ma anche troppo può comportare dei rischi, sebbene attraverso meccanismi diversi. Questo rapporto può essere concettualizzato come una curva a U: carenza a un'estremità, eccesso all'altra, con un apporto ottimale alla base della curva.
Omega-3 e rischio di fibrillazione atriale
Nel video qui sopra, il Dott. Nicolas Verhoeven parla degli svantaggi di un elevato consumo di omega-3, in particolare attraverso integratori. Un effetto collaterale specifico è la fibrillazione atriale, un tipo di aritmia che provoca un battito cardiaco irregolare e spesso rapido. La fibrillazione atriale può condurre a complicazioni quali coaguli di sangue, ictus, insufficienza cardiaca e altri gravi problemi cardiovascolari.
Anche se gli studi suggeriscono che ci sia una relazione, i ricercatori stanno ancora cercando di capire esattamente in che modo un eccesso di omega-3 possa causare fibrillazione atriale. Si tratta di un disturbo del ritmo cardiaco relativamente comune, in particolare tra gli anziani, che sta diventando significativamente più frequente negli over 80.
Per capire come gli omega-3 potrebbero influenzare la fibrillazione atriale, è importante considerare l'effetto a livello cellulare, in particolare all'interno del muscolo cardiaco. Ogni cellula del corpo è racchiusa da una barriera protettiva chiamata membrana cellulare. Non si tratta di una struttura rigida, ma più che altro un fluido composto da vari grassi, tra cui omega-3 e omega-6. Quando si assumono, gli omega-3, vengono incorporati nelle membrane, alterandone la fluidità.
Nelle cellule del muscolo cardiaco, queste variazioni nella fluidità della membrana possono influenzare i segnali elettrici che regolano il battito. Le cellule cardiache comunicano attraverso segnali elettrici che coordinano le contrazioni e i rilassamenti. Segnali che si basano sul movimento di particelle cariche chiamate ioni (come sodio, potassio e calcio) attraverso la membrana cellulare, tramite canali specializzati.
Secondo una teoria, un eccesso di omega-3 può rendere la membrana cellulare eccessivamente fluida, interrompendo la funzione di questi canali ionici, in particolare di quello noto come piezoelettrico. Per funzionare correttamente, questo canale deve assumere una forma specifica. Se la membrana diventa troppo fluida a causa dell'elevato contenuto di omega-3, potrebbe aprirsi prematuramente, consentendo agli ioni di entrare nella cellula in momenti inappropriati.
Questa interruzione può interferire con la normale segnalazione elettrica, innescando così un battito cardiaco irregolare.
Tuttavia, il canale piezoelettrico è solo un pezzo del puzzle. Gli Omega-3 possono anche influenzare l'attività di altri canali ionici, condizionando i meccanismi di apertura e chiusura. Possono addirittura impattare sulla produzione di questi canali da parte della cellula. Studi hanno dimostrato che l'esposizione agli omega-3 può alterare significativamente la quantità di proteine canale prodotte da una cellula.
Gli effetti positivi degli Omega-3 contro l'infiammazione
Nonostante i potenziali rischi associati a un consumo eccessivo, gli omega-3 come EPA e DHA offrono notevoli benefici per la salute, tra cui una riduzione dell'infiammazione, un supporto al sistema immunitario, un aiuto nella prevenzione dell'eccessiva coagulazione del sangue e la protezione dei vasi sanguigni.
Una volta incorporati nelle membrane cellulari, gli omega-3 migliorano l'efficienza della segnalazione cellulare. Competono anche con gli omega-6 proinfiammatori. Riducendo la disponibilità di omega-6, gli omega-3 aiutano a controllare l'infiammazione, un fattore chiave in molte malattie croniche, tra cui quelle cardiache. Il corpo utilizza EPA e DHA per creare sostanze specializzate che riducono ulteriormente l'infiammazione e favoriscono la guarigione.
La complessa relazione tra omega-3 e salute del cuore evidenzia l'importanza di consumarne la giusta quantità. Come accennato in precedenza, questo rapporto può essere visualizzata come una curva a U, dove sia la carenza che l'eccesso possono essere dannosi. Determinare l'assunzione ideale è difficile, dal momento che probabilmente varia in base a fattori individuali quali la genetica, le abitudini alimentari e la salute nel suo complesso.
Tuttavia, la maggior parte delle ricerche indica che assumere diversi grammi di omega-3 al giorno, in particolare tramite integratori, può aumentare il rischio di effetti avversi. Alcuni studi hanno dimostrato che superare 1 grammo di omega-3 al giorno aumenta il rischio di fibrillazione atriale.
Il tipo di Omega-3 è importante: naturale vs... Processato
Oltre alla quantità, anche la forma degli omega-3 è un fattore cruciale da tenere in considerazioneà. In natura, gli omega-3 esistono principalmente come fosfolipidi. Questo si applica in particolare a prodotti ittici come il pesce grasso e il krill. I fosfolipidi sono componenti essenziali delle membrane cellulari: sono, quindi, facilmente utilizzabili dall'organismo.
Tuttavia, la maggior parte degli integratori di omega-3 contiene trigliceridi sintetici, spesso a causa di metodi di estrazione e lavorazione utilizzati per l'olio di pesce. Sebbene i trigliceridi possano comunque apportare benefici, non vengono assorbiti facilmente come i fosfolipidi. Secondo gli studi scientifici i fosfolipidi hanno una biodisponibilità più elevata, il che significa che dosi minori possono produrre effetti simili rispetto a dosi maggiori di trigliceridi.
Inoltre, l'organismo necessita di ulteriori elaborazioni per convertire i trigliceridi in una forma utilizzabile, il che può sovraccaricare il fegato e risulta meno efficiente per alcune persone.
Un altro problema significativo legato agli integratori di omega-3, in particolare all'olio di pesce, è l'irrancidimento. Gli Omega-3, in particolare EPA e DHA, sono sensibili all'ossidazione, un processo che degrada i grassi e produce radicali liberi dannosi che colpiscono le cellule e favoriscono l'infiammazione, contrastando i benefici previsti dagli Omega-3.
L'olio di pesce rancido ha spesso un odore e un sapore forte e sgradevole. Segnali di ossidazione che indicano che 'olio non deve essere consumato. Purtroppo molti consumatori non sono consapevoli di questo problema e alcuni produttori cercano di mascherare l'odore con aromi artificiali. Consumare omega-3 rancidi è più dannoso che non assumerli affatto.
Che cosa ci dice la ricerca
Recenti revisioni di studi scientifici forniscono preziose informazioni sulla relazione tra omega-3 e fibrillazione atriale. Una revisione ha indicato che il consumo giornaliero di più di 1 grammo di omega-3 aumenti il rischio di fibrillazione atriale di circa il 50%, in particolare nei soggetti con patologie cardiache preesistenti, alti livelli di trigliceridi o diabete.
Questo è in linea con i risultati di studi come REDUCE-IT e STRENGTH, con dosi più elevate di omega-3 e un aumento del rischio di fibrillazione atriale. Secondo gli esiti degli studi, gli individui con questi fattori di rischio dovrebbero essere cauti nell'assunzione di integratori di omega-3.
Diversi studi su larga scala hanno analizzato gli effetti degli integratori di omega-3. All'interno del REDUCE-IT è stata somministrata una dose elevata di EPA purificato (4 grammi al giorno) a soggetti con problemi cardiaci. Sebbene questo regime abbia portato alla riduzione di alcuni eventi cardiovascolari, ha anche determinato un aumento del rischio di fibrillazione atriale.
Similmente, lo studio STRENGTH, con un utilizzo di una dose elevata comparabile sia di EPA che di DHA, non ha dimostrato alcuna riduzione dei problemi cardiaci e ha anche determinato un rischio elevato di fibrillazione atriale. Questi studi suggeriscono che gli integratori di omega-3 ad alto dosaggio potrebbero non rappresentare l'approccio ottimale per la protezione del cuore, anzi potrebbero essere dannosi.
D'altro canto, gli studi che utilizzano dosi inferiori di omega-3 (meno di 1 grammo al giorno) non hanno generalmente riscontrato un aumento significativo del rischio di fibrillazione atriale. Sia lo studio ASCEND, incentrato su individui affetti da diabete, sia lo studio VITAL, che ha coinvolto un'ampia popolazione senza fibrillazione atriale preesistente, nei quali è stato impiegato un quantitativo inferiore, non hanno indicato un aumento sostanziale dell'incidenza della fibrillazione atriale. I risultati supportano la teoria per cui dosi più basse siano più sicure.
Lo studio OMEMI, che ha esaminato adulti anziani che avevano recentemente avuto un infarto, ha impiegato una dose maggiore di omega-3 (1,8 grammi al giorno) portando a una tendenza all'aumento del rischio di fibrillazione atriale. Si sottolinea, quindi, quando si valuta l'integrazione di omega-3, l'importanza di considerare fattori individuali quali l'età e recenti eventi cardiaci.
Questi studi, combinati con altre ricerche, evidenziano diversi punti chiave: il dosaggio è un fattore critico dal momento che quantità più elevate di integratori di omega-3 sembrano essere associate a un rischio maggiore di fibrillazione atriale; gli individui con patologie cardiache preesistenti o fattori di rischio possono essere più suscettibili a questo rischio; dosi più basse di omega-3 in genere non sembrano aumentare significativamente il rischio di fibrillazione atriale. Per prendere decisioni consapevoli sul consumo di omega-3, tieni presente quanto segue:
- Dai priorità a fonti alimentari complete, come pesce grasso pescato in natura; salmone dell'Alaska; sardine; acciughe; sgombri e le aringhe, che forniscono omega-3 nella loro forma naturale, insieme ad altri nutrienti essenziali.
- Se prendi in considerazione gli integratori, la scelta migliore è l'olio di krill, che contiene omega-3 sotto forma di fosfolipidi, ma meglio preferire marchi affidabili e calibra bene il dosaggio.
- Fai attenzione agli integratori di olio di pesce ad alto dosaggio, in particolare quelli sotto forma di trigliceridi. Se opti per l'olio di pesce, assumi dosi più basse e prediligi prodotti con una certificata purezza e freschezza.
- Controlla sempre l'olio di pesce per individuare eventuali segni di rancidità, come un forte odore o sapore e conservare gli integratori in modo corretto.
- Consulta un medico prima di iniziare qualsiasi integrazione di omega-3, soprattutto se soffri di patologie preesistenti o stai assumendo farmaci.
Approfondimento sui benefici degli Omega-3
Gli Omega-3 sono acidi grassi essenziali, il corpo non può produrli e deve assumerli tramite l'alimentazione. Svolgono un ruolo fondamentale nella struttura e nella funzione della membrana cellulare, influenzando il modo in cui le cellule comunicano e operano. Gli Omega-3 mantengono la flessibilità della membrana, essenziale per vari processi, quali la funzione nervosa e le risposte immunitarie.
Anche gli Omega-3, in particolare il DHA, sono essenziali per la salute del cervello. Il DHA è un importante componente strutturale del cervello, essenziale nello sviluppo dei neonati e dei bambini e per il mantenimento delle funzioni cognitive durante tutta la vita. La ricerca suggerisce che abbia potenziali benefici per la memoria, la concentrazione, la regolazione dell'umore e persino la riduzione dei sintomi di depressione e ansia.
Gli Omega-3 possiedono anche potenti proprietà antinfiammatorie. Aiutano a regolare la risposta infiammatoria dell'organismo che, se cronica, contribuisce a vari problemi di salute, come malattie cardiache, artrite e alcuni tipi di cancro. Riducendo l'infiammazione, gli omega-3 contribuiscono alla salute e al benessere generale.
Tornando al cuore, è importante ribadire la complessità del rapporto tra omega-3 e salute cardiovascolare. Sebbene generalmente ritenuto benefico, il potenziale collegamento con la fibrillazione atriale merita un'attenta valutazione. La ricerca suggerisce che il dosaggio sia un fattore chiave: dosi più elevate di integratori sono più strettamente associate a un aumento del rischio di fibrillazione atriale. Anche tipologie particolari di omega-3, EPA e DHA, possono avere effetti diversi.
Quando si prende in considerazione l'assunzione di integratori di omega-3, la qualità è fondamentale. La predisposizione degli omega-3 all'ossidazione, che porta alla formazione di sottoprodotti nocivi, indica l'importanza di scegliere prodotti di alta qualità provenienti da produttori affidabili. Prediligi quelli che siano stati sottoposti a test di purezza e freschezza, controlla le date di scadenza e conservali in modo corretto.
Possono essere presi in considerazione se l'assunzione alimentare è insufficiente o se specifiche condizioni di salute ne giustificano l'uso. Consulta un medico prima di iniziare qualsiasi integrazione di omega-3, soprattutto se hai problemi di salute o stai assumendo farmaci.
Se assumi integratori, prediligi l'olio di krill o all'olio di pesce sotto forma di fosfolipidi per un migliore assorbimento, opta per marchi affidabili che diano priorità alla qualità e alla purezza e inizia con dosi più basse per aumentarle solo sotto controllo medico.
Un apporto sufficiente di omega-3 rientra in un quadro più ampio di salute generale, insieme a una dieta equilibrata, un'attività fisica regolare, riposo di alta qualità e una buona gestione dello stress. Fai scelte consapevoli in merito al tuo stile di vita e tieni presente le sfumature dell'assunzione di omega-3, per una salute migliore e ridurre al minimo i potenziali rischi.
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