📝BREVE RIASSUNTO

  • Si tratta di particelle più piccole di 5 millimetri indicatrici di un problema ambientale globale, con 460 milioni di tonnellate prodotte nel 2019 e una previsione di aumento parti al triplo entro il 2060.
  • Uno studio recente suggerisce che l'esposizione alla microplastica ha un impatto negativo sulla qualità dello sperma, sulla funzione immunitaria e causa infiammazione cronica. I ricercatori che ritengono, inoltre, che gli effettivi impatti sulla salute siano probabilmente sottostimati.
  • Le microplastiche trasportate dall'aria aggirano le difese polmonari, causando infiammazioni e difficoltà respiratorie, e fungono da vettori per altri inquinanti come composti organici persistenti e metalli pesanti.
  • Distruggono il microbiota intestinale e causano la sindrome dell'intestino permeabile, portando a infiammazione sistemica e problemi di salute mentale attraverso la connessione dell'asse intestino-cervello.
  • Le ricerche scientifiche hanno trovato microplastiche nella placenta umana e nel meconio neonatale. Gli studi sugli animali mostrano, inoltre, una esposizione che determina problemi metabolici a lungo termine e problemi al fegato nella prole.

🩺Del Dott. Mercola

Le microplastiche, minuscole particelle di dimensioni inferiori a 5 millimetri che si formano quando pezzi di plastica più grandi si scompongono, rappresentano ormai un problema significativo per il nostro ambiente. Grazie alle piccole dimensioni, penetrano e si accumulano facilmente nell'organismo. Nel 2019 sono state prodotte 460 milioni di tonnellate di plastica e si stima che questi numeri triplicheranno entro il 2060.

Non dovrebbe quindi sorprendere che le microplastiche siano onnipresenti e non si trovino solo nei nostri oceani e nelle catene alimentari, ma anche nell'aria che respiriamo.

Sebbene gli effetti a lungo termine delle microplastiche presenti nell'aria sulla salute siano ancora oggetto di ricerca, gli studi le collegano sempre più a vari problemi di salute, tra cui quelli respiratori, digestivi e riproduttivi.

Dai rifiuti all'aria: il viaggio delle microplastiche

Da dove provengono le microplastiche? Il principale responsabile è la decomposizione delle plastiche più grandi. Le microplastiche si dividono in due tipologie principali: primarie e secondarie. Quelle primarie vengono prodotte intenzionalmente per essere piccole, come le microsfere un tempo utilizzate negli scrub per il viso.

Quelle secondarie si formano, invece, a partire dalla decomposizione di oggetti di plastica più grandi a causa degli agenti atmosferici, della luce solare e dell'abrasione fisica. Pensa a una bottiglia di plastica lasciata al sole: col tempo diventerà fragile e si scomporrà in pezzi sempre più piccoli, trasformandosi infine in microplastiche.  Questi frammenti microscopici di plastica vengono trasportati dal vento e dalle correnti d'aria per grandi distanze, rendendo l'inquinamento da microplastiche un problema globale.

Si diffondono nell'aria anche a causa delle nostre attività quotidiane. Sapevi che lavare i vestiti con tessuti sintetici rilascia minuscole fibre di plastica? Anche la polvere presente in casa potrebbe contenere microplastiche provenienti da varie fonti.

Sebbene gli enti regolatori stiano valutando le diverse opzioni, al momento negli Stati Uniti non esistono norme governative che limitino la presenza di particelle di plastica negli alimenti o nell'acqua. Si tratta, pertanto, di una invasione invisibile che rappresenta un segnale d'allarme per la nostra salute.

Uno studio collega le microplastiche a disturbi digestivi, riproduttivi e respiratori

Una recente revisione pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology fa luce su come le microplastiche influiscono su vari aspetti della salute umana. Condotto da ricercatori dell'Università della California, San Francisco (UCSF), lo studio ha analizzato i risultati di ricerche precedenti in modo da arrivare a una comprensione più ampia degli effetti dell'esposizione alle microplastiche su specifici aspetti della salute.

“La ricerca sulle microplastiche e sui loro effetti sulla salute umana è ancora agli inizi. Tuttavia, esistono sempre più prove scientifiche che indicano gli effetti negativi dell'esposizione alla microplastica sulla salute degli organismi viventi.
Gli obiettivi principali di questa rapida revisione sistematica erano valutare la qualità e la forza degli esperimenti umani e animali che valutano l'esposizione alle microplastiche a qualsiasi effetto avverso sulla salute umana; integrare i flussi degli esperimenti sugli uomini e sugli animali e sviluppare una dichiarazione finale di sintesi riguardante gli effetti sulla salute delle microplastiche". hanno affermato i ricercatori.

Secondo gli studiosi, l'esposizione alle microplastiche danneggia l'apparato digerente, riproduttivo e respiratorio degli esseri umani e l'insieme degli esperimenti è stato considerato "di alta qualità". In conclusione si sospetta che l'esposizione alle microplastiche abbia un impatto negativo sulla qualità dello sperma, sull'immunosoppressione e sull'infiammazione cronica.

Sono state, inoltre, trovate evidenze che collegano le microplastiche a problemi al colon e all'intestino tenue, ai polmoni e altro ancora, per cui gli studiosi hanno affermato che le conclusioni "sottostimano i 'veri impatti sulla salute' dell'esposizione alle microplastiche".

“Data l’ubiquità delle microplastiche e il riconoscimento costante e crescente della loro esistenza nel corpo umano, è probabile che avranno un impatto su altri sistemi corporei, il che rappresenta un potenziale ambito di ricerca futura”. hanno affermato gli autori dello studio.

Le conclusioni di questa ricerca sollevano notevoli preoccupazioni. Il fatto che siano state trovate microplastiche nell'apparato digerente e riproduttivo dei neonati è un fatto preoccupante. Suggerisce che possono viaggiare attraverso il nostro corpo e persino essere trasmesse alle generazioni future.

Le microplastiche devastano i polmoni

I polmoni sono progettati per filtrare le particelle nocive presenti nell'aria che respiriamo. Sfortunatamente, sono sufficientemente piccole da superare queste difese e irritare il delicato rivestimento delle vie respiratorie. L'irritazione porta all'infiammazione, alla base di patologie come l'asma e la bronchite.

Il fattore ancora più preoccupante è la loro abilità di comportarsi come piccoli cavalli di Troia, trasportando altri inquinanti più in profondità nei polmoni, causando problemi di salute ancora più gravi. Secondo uno studio:

“Le microplastiche possono assorbire e accumulare vari inquinanti chimici dall'ambiente, tra cui quelli organici persistenti (POP) e metalli pesanti. Se  rilasciano queste sostanze chimiche nel tessuto polmonare, potrebbero verificarsi ulteriori effetti tossicologici".

Gli studi hanno dimostrato che l'esposizione all'inquinamento atmosferico, in particolare alle microplastiche, aumenta la nostra predisposizione alle infezioni respiratorie. Se inalate agiscono come minuscoli pezzi di polvere taglienti che irritano i polmoni. Proprio come le fibre di amianto causano danni polmonari a lungo termine, i potenziali rischi per la salute derivanti dall'inalazione di microplastiche giustificano ulteriori indagini.

Come le microplastiche interferiscono con la digestione

L'intestino ospita migliaia di miliardi di batteri, funghi e altri microrganismi, noti collettivamente come microbiota intestinale. Svolgono un ruolo cruciale nella digestione, nell'immunità e nella salute generale. Aiutano a scomporre il cibo, a produrre lr vitamine e a sostenere il sistema immunitario, proteggendoci dagli agenti patogeni nocivi.

Tuttavia, quando ingerite, le microplastiche rompono questo delicato equilibrio, innescando un'infiammazione nella parete intestinale. L'infiammazione porta a una condizione chiamata sindrome dell'intestino permeabile, in cui il rivestimento intestinale diventa più permeabile, consentendo alle tossine e ad altre sostanze nocive di penetrare nel flusso sanguigno. Questo innesca una serie di problemi di salute in tutto il corpo.

Le microplastiche alterano anche l'equilibrio della flora batterica intestinale, una condizione nota come disbiosi. Questo squilibrio aumenta il rischio di sviluppare vari disturbi digestivi, come la sindrome dell'intestino irritabile (IBS), che causa dolore addominale, gonfiore e cambiamenti nelle abitudini intestinali, e la malattia infiammatoria intestinale (IBD), che comprende condizioni come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, che causano un'infiammazione cronica del tratto digerente.

La presenza di microplastiche nell'intestino interferisce anche con il modo in cui il nostro organismo assorbe i nutrienti dal cibo. Inoltre, la mucosa intestinale agisce da barriera, impedendo alle sostanze nocive di entrare nel flusso sanguigno. Le microplastiche compromettono l'integrità di questa barriera, facilitando l'ingresso delle tossine nell'organismo.

Immagina la barriera intestinale come una recinzione attorno a un giardino. Se lè danneggiata, erbacce e parassiti possono facilmente penetrarvi. Allo stesso modo, una barriera intestinale danneggiata consente a sostanze indesiderate di entrare nel flusso sanguigno. Uno studio ha rilevato che:

“Il microbioma alterato compromette il ruolo fondamentale dell'intestino come organo di barriera e regolatore, creando le condizioni per infiammazioni sistemiche e malattie croniche che colpiscono l'intero organismo.”

Esiste anche una complessa rete di comunicazione tra l'intestino e il cervello, nota come asse intestino-cervello. Ricerche scientifiche suggeriscono che l'infiammazione intestinale e l'alterazione del microbiota causate dalle microplastiche influiscano sulle funzioni cerebrali e contribuiscano a problemi di salute mentale e condizioni neurologiche. Secondo quanto riportato da uno studio del 2024:

“È allarmante che le microplastiche provochino cambiamenti nei tessuti cerebrali che riflettono patologie degenerative croniche, come l'encefalite traumatica cronica, il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer.”

Le microplastiche sono una minaccia invisibile ma crescente per la riproduzione.

Hanno anche la capacità di interferire con la produzione e la funzione degli ormoni, influenzando la salute riproduttiva sia degli uomini che delle donne. In effetti, credo che sia uno dei maggiori fattori che contribuiscono al calo dei tassi di fertilità odierni. Secondo studi recenti, si accumulano nei testicoli, contribuendo a ridurre la quantità e la qualità dello sperma e i livelli di testosterone.

Anche le donne ne sono colpite. Uno studio condotto da Frontiers in Endocrinology basato su dati provenienti da modelli sperimentali sugli animali ha scoperto che le microplastiche si accumulano nelle ovaie, causando problemi legati alla gravidanza.

Forse ancora più allarmante è la possibilità che attraversino la placenta e influiscano sullo sviluppo fetale. Le ricerche hanno effettivamente trovato microplastiche nella placenta umana e persino nel meconio, le prime feci emesse da un neonato. Studi sugli animali hanno dimostrato anche effetti preoccupanti sui feti derivanti dall'esposizione alle microplastiche. Secondo quanto riferiscono i ricercatori:

“Le ricerche hanno osservato che l’esposizione materna ai PS-MP (0,5–5μm) ha provocato effetti metabolici avversi a lungo termine nel feto, tra cui dislipidemia, cambiamenti nella fisiologia epatica e steatosi epatica nella prole femminile. Le prove scientifiche suggeriscono che l'esposizione agli MNP in utero provoca conseguenze metaboliche a lungo termine nella vita successiva dei cuccioli esposti, con alcuni effetti specifici per sesso".

Strategie per ridurre l'esposizione alle microplastiche

Evidenze sempre più consistenti dimostrano che le microplastiche rappresentano una minaccia significativa per la salute umana. Sebbene si tratti di un campo di ricerca relativamente nuovo, i risultati ottenuti sono preoccupanti e meritano attenzione. Per ridurre l'esposizione alle microplastiche è necessario un approccio multiforme, che sostanzialmente significa ridurre al minimo l'uso della plastica nella vita quotidiana. Ecco alcune strategie efficaci che consiglio:

1. Opta per borse della spesa riutilizzabili — Quando vai a fare la spesa porta con te borse riutilizzabili realizzate con materiali come la tela o altri tessuti sostenibili. Questo semplice cambiamento ridurrà significativamente il numero di sacchetti di plastica monouso che porti in casa, diminuendo l'accumulo di plastica nell'ambiente e riducendo la tua esposizione personale alla plastica.

2. Scegli alternative ai contenitori di plastica — Utilizza contenitori di vetro, acciaio inossidabile o privi di BPA per conservare alimenti e bevande. Evita le pellicole di plastica e sostituiscile, invece, con pellicole di cera d'api o coperchi in silicone . In questo modo, non solo ridurrai la fuoriuscita di sostanze chimiche nocive come BPA e ftalati, ma porterai anche al minimo l'ingestione di microplastiche provenienti dagli imballaggi alimentari.

3. Evita la plastica monouso — Riduci la tua dipendenza dalla plastica monouso, come cannucce, posate e bottiglie d'acqua. Porta con te utensili riutilizzabili e investi in una bottiglia d'acqua resistenti e ricaricabili. Contribuirai così a ridurre la produzione complessiva e lo smaltimento dei rifiuti di plastica, affrontando la causa principale dell'inquinamento da microplastiche.

4. Limita l'uso della plastica in casa — Riduci al minimo l'uso di prodotti in plastica in casa sostituendoli con alternative naturali o ecologiche. Ad esempio, usate spazzolini da denti in bambù o metallo invece di quelli in plastica, scegli stoviglie in legno o vetro e opta per prodotti per la pulizia naturali, venduti in confezioni non in plastica.

5. Opta per fibre naturali — Se possibile, scegli indumenti e altri prodotti tessili realizzati con fibre naturali come cotone, lana e lino.

6. Migliora la qualità dell'aria interna — Alcune strategie utili sono la pulizia regolare, una corretta ventilazione e l'uso di purificatori d'aria che contribuiscono a ridurre la concentrazione di microplastiche e altre particelle sospese nell'aria.

Un altro punto che vorrei sottolineare è che molte sostanze chimiche presenti nella plastica sono xenoestrogeni, ovvero imitano gli effetti degli estrogeni nel corpo. In realtà, la maggior parte dei rischi associati a queste sostanze chimiche derivano dalla stimolazione dei recettori degli estrogeni.

Nei casi di dominanza di estrogeni, può essere utile l'integrazione di progesterone. Il progesterone è un antagonista naturale degli estrogeni e contrasta gli effetti negativi dell'eccesso di estrogeni. È uno dei tre ormoni da cui credo possano trarre beneficio molti adulti. Gli altri due sono DHEA e pregnenolone. Nella prossima sezione spiegherò nel dettaglio come somministrare correttamente il progesterone.

Come usare il progesterone

Prima di considerare l'utilizzo del progesterone, è importante capire che non è una soluzione magica e che i massimi benefici sono in ogni caso ottenuti implementando un approccio dietetico bioenergetico che consente di bruciare efficacemente il glucosio come combustibile primario, senza accumulare elettroni nei mitocondri, riducendo la produzione di energia. Il mio nuovo libro, "La tua guida alla salute cellulare: scoprire la scienza della longevità e della gioia", affronta questo processo in modo molto dettagliato.

Una volta impostata la dieta, una strategia efficace che può aiutare a contrastare l'eccesso di estrogeni è assumere progesterone, un antagonista naturale degli estrogeni, per via transmucosale (ovvero applicato sulle gengive, non per via orale o transdermica). Il progesterone è uno dei soli tre ormoni da cui, a mio parere, molti adulti possono trarre beneficio. (Gli altri due sono DHEA e pregnenolone.)

Non consiglio il progesterone transdermico, dal momento che la pelle esprime alti livelli dell'enzima 5-alfa reduttasi, che fa sì che una parte significativa del progesterone che stai assumendo venga convertita in maniera irreversibile principalmente in allopregnanolone e non possa essere riconvertita in progesterone.

Il modo ideale per somministrare il progesterone

Si prega di notare che il progesterone utilizzato per via transmucosa sulle gengive, come consiglio, sia considerato dalla FDA in qualche modo come un farmaco. Per questo è proibito alle aziende farmaceutiche indicare questo metodo di utilizzo sull'etichetta, Per questo motivo i prodotti a base di progesterone vengono promossi come "topici".

Tuttavia, è importante tenere in considerazione che è perfettamente legale per qualsiasi medico raccomandare un'indicazione fuori dall'etichetta per un farmaco ai propri pazienti. In questo caso, il progesterone è un ormone naturale e non un farmaco, ed è molto sicuro anche in dosi elevate. Non è la stessa cosa per il progesterone sintetico, chiamato progestinico, utilizzato dalle aziende farmaceutiche, ma spesso e erroneamente citato.

Il dott. Ray Peat ha svolto un lavoro fondamentale sul progesterone ed è stato probabilmente il più grande esperto mondiale in questo ambito. Ha scritto la sua tesi di dottorato sugli estrogeni nel 1982 e ha trascorso gran parte della sua carriera professionale documentando la necessità di contrastare i pericoli dell'eccesso di questo componente in diete a basso contenuto di LA e di integratori di progesterone transmucosale.

Scoprì che la maggior parte dei solventi non scioglie bene il progesterone e che la vitamina E è il solvente migliore per fornire in modo ottimale il progesterone ai tessuti. La vitamina E protegge anche dai danni causati dall'acido lattico. Devi solamente prestare molta attenzione al tipo di vitamina E che utilizzi, perché la maggior parte degli integratori in commercio sono più che inutili, causando danni anziché benefici.

È fondamentale evitare l'uso di qualsiasi vitamina E sintetica (acetato di alfa-tocoferolo: l'acetato indica che è sintetico). La vitamina E naturale è etichettata come "d-alfa-tocoferolo". Si tratta dell'isomero D puro, ovvero quella che il tuo corpo può utilizzare.

Esistono anche altri isomeri della vitamina E e si desidera lo spettro completo di tocoferoli e tocotrienoli, in particolare i tipi beta, gamma e delta, nell'isomero D efficace. Come esempio di vitamina E ideale, puoi dare un'occhiata all'etichetta della nostra vitamina E nel nostro shop. Puoi scegliere qualsiasi marca che abbia un'etichetta simile.

È possibile acquistare progesterone bioidentico di qualità farmaceutica come polvere di progesterone, polvere micronizzata bioidentica, 10 grammi per circa $ 40 su molti negozi online come Amazon. Si tratta di una scorta sufficiente per quasi un anno, a seconda della dose scelta.

Tuttavia, ti servono dei piccoli cucchiaini dosatori in acciaio inossidabile, in quanto è necessario assumere cucchiaino da 1/64, che equivale a 25 mg, e uno da 1/32, che equivale a 50 mg. Una dose normale equivali in genere tra i 25 e i  50 mg e va assunta 30 minuti prima di andare a letto, perché ha una funzione anticortisolo e aumenta i livelli di GABA, favorendo un buon sonno notturno.

Le donne con le mestruazioni, dovrebbero assumere il progesterone durante la fase luteale o l'ultima metà del ciclo, che può essere stabilita iniziando l'assunzione 10 giorni dopo il primo giorno del ciclo e interrompendola quando inizia il ciclo.

Se sei un uomo o una donna che non ha le mestruazioni, puoi assumere il progesterone ogni giorno per quattro o sei mesi e poi sospenderne l'assunzione per una settimana. Il momento migliore della giornata per assumerlo è 30 minuti prima di andare a letto, vista la sua funzione anticortisolo e sui livelli di GABA, che lo rendono un alleato del buon sonno notturno.

È quello che faccio personalmente da oltre un anno, con ottimi risultati. Sono un medico, quindi non ho problemi a farlo. Se non sei un medico, dovresti consultarne uno prima di iniziare, dal momento che una terapia transmucosale con progesterone richiede la prescrizione medica.